Il casato regnò sul Regno di Scozia per 336 anni, tra il 1371 e il 1707. Dopo la morte di Elisabetta I d'Inghilterra, l'ultima monarca della dinastia Tudor, il casato degli Stuart le succedette sui troni di Inghilterra e Irlanda. Tra il 1603 e il 1707 gli Stuart furono i regnanti sui tre regni di Scozia, Inghilterra e Irlanda con la formula dell'unione dinastica. In seguito il loro posto come famiglia reale venne preso dagli Hannover. Diversi membri di vari rami cadetti o illegittimi sono presenti ancora oggi
Origini
Le origini della famiglia Stuart sono remote e oggi piuttosto oscure; si possono far risalire tuttavia ad Alan FitzFlaad, che giunse in Inghilterra poco dopo l'occupazione normanna capeggiata da Guglielmo il Conquistatore. Seguace del vescovo di Dol, nel ducato di Bretagna ricoprì gli incarichi prestigiosi di Steward e di Dapifer (letteralmente, "colui che porta il cibo"). Gli storici non sono riusciti a chiarire se Alan fosse un nobile bretone o normanno. Alan godeva di ottimi rapporti con la Casa reale normanna ed era molto vicino al re Enrico I, che gli concesse terre nella regione dello Shropshire. La famiglia FitzFlaad stabilì proprio nello Shropshire la sua atavica dimora, divenendo in breve tempo una delle famiglie della migliore nobiltà del regno. Alcuni suoi membri ricoprirono l'importante carica di High Sheriff of Shropshire.
Il nipote di Alan,Walter FitzAlan , nato presso Oswestry, fu il prediletto della famiglia a ricoprire la carica di High Steward of Scotland, rendendola ereditaria, mentre suo fratello William d'Aubigny divenne il primo conte di Arundel. Durante il periodo conosciuto come Anarchia, i due fratelli furono sostenitori di Matilde, Lady of the English nella sua lotta contro il cugino Stefano I d'Inghilterra. Altro sostenitore di Matilda fu suo zio Davide I, re di Scozia appartenente al Casato dei Dunkeld. In seguito alla sconfitta militare di Matilda, che lasciò l'Inghilterra, Walter FitzAlan fu costretto a seguire re Davide I nella sua ritirata verso la Scozia. Qui ricevette terre nel Renfrewshire e gli fu confermato l'incarico a vita di High Steward of Scotland. Sotto il regno di Malcolm IV di Scozia il titolo di High Steward venne reso ereditario per la famiglia FitzAlan; fu così che il figlio di Walter assunse il cognome Stewart. Il nuovo clan Stewart scelse la città di Dundonald come residenza ufficiale.
Il sesto High Stewart di Scozia, Walter Stewart prese in moglie Marjorie Bruce, figlia del re degli scozzesi Roberto I, e partecipò in prima persona alla battaglia di Bannockburn. Il figlio della coppia, Robert, aveva quindi sangue reale, e quando suo zio Davide II morì senza eredi nel 1371, fu designato come suo successore e prese il nome di Roberto II di Scozia. Si estingueva così il Casato reale di Bruce ed iniziava la dinastia reale Stewart.
Re di Scozia: da Roberto II a Giacomo V
La nuova dinastia reale si dovette confrontare subito con due gravi ostacoli: al suo interno essa era minacciata dall'indipendenza della nobiltà scozzese, all'esterno dalla potenza militare inglese. Dopo i regni di relativa tranquillità di Roberto II (1371-1390) e Roberto III alla morte di quest'ultimo, il nuovo re Giacomo I (1406-1437) era prigioniero degli inglesi e tale rimase per diciotto anni, sino a quando i nobili scozzesi capeggiati da suo zio, il duca d'Albany, non pagarono il riscatto per liberarlo nel 1424. Il re, che era stato in stretto contatto con il modello di gestione inglese, intraprese subito azioni decise per riottenere autorità e controllo nel regno. In una di queste fece giustiziare la famiglia Albany, che si era opposta alle sue azioni e che aveva ritardato il pagamento del suo riscatto, contribuendo a gettare il regno nel disordine. Giacomo I avviò inoltre numerose riforme finanziarie e legali. Ad esempio, con lo scopo di favorire il commercio con altre nazioni, rese le monete scozzesi scambiabili con valuta straniera, solo all'interno dei confini scozzesi. Cercò poi di rimodellare il Parlamento di Scozia su modello di quello inglese e in politica estera, nel 1428 rinnovò la Vecchia Alleanza, un accordo militare franco-scozzese contro l'Inghilterra.
I sovrani che seguirono, Giacomo II (1437-1460) e Giacomo III (1460-1488) affrontarono gli stessi problemi dei loro predecessori nella guerra contro l'Inghilterra ed il potere incontrollato della nobiltà scozzese. Giacomo II, alleatosi con i Lancaster durante la guerra delle Due Rose, finì ucciso durante l'assedio della città reale di Roxburgh. Alla sua morte le congiure continuamente ordite ai danni del potere regio portarono all'assassinio di Giacomo III da parte di un gruppo di nobili scozzesi al soldo del re inglese. Con Giacomo IV (1488-1513) si ebbe il primo serio tentativo di pace con l'Inghilterra: il re infatti decise di sposare la figlia di re Enrico VII Tudor, Margherita. L'unione matrimoniale tra le due dinastie non riuscì tuttavia a mettere fine agli scontri armati e a garantire la pace: allo scoppio delle guerre d'Italia e dopo la formazione della Lega di Cambrai Giacomo IV si schierò con i francesi, contro gli inglesi. Nel 1513, durante la battaglia di Flodden Field, Giacomo IV, che comandava l'esercito scozzese contro quello di Enrico VIII Tudor, rimase ucciso. Il regno del suo successore, Giacomo V (1513-1542), fu caratterizzato da un forte fervore religioso, che portò a numerose esecuzioni capitali di eretici; il re non smise inoltre di combattere gli inglesi, ed attuò un piano di alleanza con la Francia, rinnovando la Auld Alliance e sposando la duchessa francese Maria di Guisa. Le battaglie contro il regno d'Inghilterra caratterizzarono tutta la durata del regno di Giacomo V.
Regina di Scozia: Maria I
Maria I, unica figlia sopravvissuta di Giacomo V e di Maria di Guisa, ascese al trono a soli sei giorni di vita nel 1542. Scappata dalle guerre anglo-scozzesi, quand'era ancora bambina, Maria fu cresciuta nell'ambiente colto e raffinato della corte francese di Caterina de' Medici ed ebbe un'ottima educazione in ambito culturale, ma non altrettanto approfondita in ambito politico, giacché la regina consorte di Francia non aveva potere effettivo. Il 24 aprile 1558, a sedici anni, sposò il Delfino di Francia Francesco, che salì al trono come Francesco II il 10 luglio 1559.
Alla morte di Francesco, avvenuta nel dicembre del 1560, Maria tornò in Scozia, dove l'attendeva lo scontro con la nuova religione calvinista, istituita durante la sua assenza. Maria fu una sovrana molto tollerante e questo non fece altro che aumentare il potere dei Lord protestanti. Scontentando i suoi nobili e sua cugina, la regina protestante Elisabetta I, Maria sposò il cattolico Henry Stuart, Lord Darnley, da cui ebbe un figlio, il futuro Giacomo VI. Il carattere di Darnley, le sue alleanze politiche e gli intrighi di corte portarono a una rottura nel rapporto tra i due sovrani.
Scappata in Inghilterra, Maria pensava di poter essere aiutata dalla cugina Elisabetta, che invece la imprigionò per quasi vent'anni. In questi due decenni la regina di Scozia divenne il fulcro e l'anima del cattolicesimo inglese e molti complotti furono organizzati in suo nome per assassinare Elisabetta e innalzare Maria al trono. La regina di Scozia si ritrovò dunque a essere il simbolo vivente della Controriforma e finì sacrificata nella lotta tra la Spagna cattolica di Filippo II e l'Inghilterra protestante di Elisabetta I. Implicata nel complotto Babington, Maria fu accusata di alto tradimento e condannata alla pena capitale.
La sua esecuzione, avvenuta l'8 febbraio 1587, fu un duro colpo all'autorità divina dei sovrani: per la prima volta nella Storia una regina fu giudicata e condannata a morte, nonostante le peraltro flebili proteste dell'Arcivescovo di Londra. L'unico figlio di Maria, Giacomo, fu il primo re britannico che riunì i domini inglesi a quelli scozzesi.
Re d'Inghilterra: Giacomo I
Giacomo VI, figlio di Maria I, regnò in Scozia dal 24 luglio 1567, quando aveva solo un anno, fino alla morte; il paese fu governato da diversi reggenti durante la sua minorità, che terminò ufficialmente nel 1578, sebbene non abbia preso pieno controllo del suo governo fino al 1581. Il 24 marzo 1603, con il nome Giacomo I, succedette a Elisabetta I, ultima rappresentante della dinastia Tudor, che morì nubile e senza figli, sul trono inglese.
Giacomo I fu un monarca popolare in Scozia, ma fronteggiò molte difficoltà in Inghilterra: fu soprattutto incapace di trattare con il Parlamento, che si mostrò subito ostile nei suoi confronti, e di gestire la delicata questione religiosa che infervorava da anni il paese. Il suo gusto per l'assolutismo politico, la sua irresponsabilità nella gestione finanziaria del regno e i suoi impopolari favoriti, come il duca di Buckingham George Villers posero probabilmente le basi per lo scoppio della guerra civile inglese qualche anno dopo. Tuttavia, durante la vita di Giacomo I il governo del regno rimase sempre relativamente stabile.
Assieme ad Alfredo il Grande, Giacomo I è considerato uno dei più colti sovrani sia d'Inghilterra che di Scozia. Durante il suo regno continuò la straordinaria fioritura culturale dell'Età Elisabettiana nella letteratura, nelle arti e nelle scienze. Lo stesso Giacomo era uno studioso di talento, autore di opere sulle arti occulte come il Daemonologie (1597) e il Basilikon Doron (1599), nonché promotore della più importante traduzione in inglese della Bibbia, nota come Bibbia di Re Giacomo, tuttora unica versione ufficiale delle Sacre Scritture ammessa dalla Chiesa anglicana.
Re d'Inghilterra: Carlo I e la rivoluzione
Re d'Inghilterra: la Restaurazione di Carlo II
Figlia di re Giacomo II, andò in sposa al principe protestante Guglielmo d'Orange. Agli albori della gloriosa rivoluzione, nel 1688, appoggiò il marito nel suo progetto di invasione dell'Inghilterra; infatti, con la nascita del nuovo figlio del re, Giacomo Francesco Edoardo, Maria perdeva la possibilità di succedere al padre nella guida del regno d'Inghilterra. Fu così che un esercito olandese sbarcò sulle coste inglesi e che, dopo la fuga di Giacomo II, il Parlamento lo dichiarò decaduto e proclamò Maria e Guglielmo sovrani d'Inghilterra con i nomi di Maria II e Guglielmo III.
Dopo anni tornavano a regnare congiuntamente un re e una regina. Nei primi anni la coppia dovette affrontare il tentativo di Giacomo II di riprendere possesso del trono (battaglia del Boyne) e approvare un Dichiarazione che escludeva Giacomo Francesco Edoardo dalla successione in favore di Anna, sorella di Maria. Venne inoltre stabilito che, qualora Maria fosse morta, Guglielmo avrebbe regnato da solo, senza dover rinunciare ai suoi diritti, ma i suoi figli avuti da un'altra relazione non avrebbero potuto ereditare il trono.
Nella realtà dei fatti Maria II non regnò mai; i compiti politici e istituzionali erano tutti nelle mani del marito Guglielmo III. La regina aveva un compito di rappresentanza e di consiglio. Tuttavia, nei lunghi periodi di assenza di Guglielmo, che preferì sempre risiedere in Olanda e che si spostò sul continente per affrontare gli eserciti di Luigi XIV per larga parte del suo regno, Maria lo sostituì negli incarichi di maggiore rilevanza. Quando si spense nel 1694, Guglielmo III regnò da solo per i restanti anni.
Regina di Gran Bretagna: Anna
Il giacobitismo
Dopo la sconfitta sul fiume Boyne, Giacomo II rinunciò definitivamente a ritornare sul trono e visse i suoi ultimi anni ritirato a Saint Germain sotto la protezione del cugino Luigi XIV. Alcuni stati europei tuttavia continuarono a considerarlo come il legittimo re d'Inghilterra: Francia e Stato della Chiesa, alla morte di Giacomo II, riconobbero il figlio Giacomo Francesco Edoardo re con il nome di Giacomo III. Conosciuto anche con il nome di Vecchio Pretendente, Giacomo III tentò di reimpadronirsi del trono e sbarcò in Inghilterra per ben due volte; nonostante l'aiuto garantito delle milizie assoldate da John Erskine, conte di Mar venne sconfitto e si ritirò a Roma.
Alla sua morte, avvenuta nel 1766, suo figlio Carlo Edoardo venne riconosciuto come Carlo IV e seguì le imprese del padre nel tentativo di tornare sul trono. Con la complicità di insurrezioni, passate alla storia con il nome di insurrezioni giacobite, scoppiate in Scozia, Carlo combatté contro le truppe regolari inglesi, ottenendo però una lunga serie di sconfitte che culminarono con la battaglia di Culloden: i giacobiti, così erano chiamati i sostenitori degli Stuart, vennero definitivamente sconfitti.
Con la morte di Carlo Edoardo il titolo di pretendente passò al fratello cardinale Enrico Benedetto, che fu l'ultimo membro della famiglia Stuart. Il titolo di Pretendente giacobita al trono d'Inghilterra passò poi nelle mani di discendenti sabaudi; suoi detentori furono poi gli Asburgo-Este e i Wittelsbach. Oggi il titolo è detenuto dal duca di Baviera Francesco Wittelsbach.